"I magistrati ch'ebbero i primi l'avviso di quel che accadeva, spediron subito a chieder soccorso al comandante del castello, che allora si diceva di porta Giovia; il quale mandò alcuni soldati."
(cap. XIII, pag.238)
"Il castello dell'innominato era a cavaliere a una valle angusta e uggiosa, sulla cima d'un poggio che sporge in fuori da un'aspra giogaia di monti" (cap. XX, pag.355)
Il castello è stato da sempre il simbolo del potere temporale, sede di sovrani, nobili e cavalieri, ma anche luogo ove ripararsi dagli attacchi nemici.
Nel romanzo ne vengono citati molti, tra cui quelli di don Rodrigo e dell'Innominato,
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